Libia, si dimette presidente del Congresso per la nuova legge sull’epurazione politica




R. Le varie milizie tribali che ancora sono attive in Libia cercano di dettare unagenda politica, seppure possiamo parlare di agenda politica per la decisione del governo di portare avanti questa legge di fatto approvata dietro minaccia delle milizie che tenevano sotto assedio il Ministero della difesa e il Ministero degli esteri fino alla settimana scorsa. E comunque una legge che potrà avere risvolti pericolosi per lintera stabilizzazione del Paese, perché il presidente del Congresso nazionale libico è la prima vittima “eccellente” di questa legge, avendo lui avuto dei legami con il passato regime, ma non è lunico. Anche lo stesso presidente libico, lo stesso primo ministro, potrebbero essere i prossimi a doversi dimettere.
D. Questo può essere motivo di ulteriore instabilità nel Paese?
R. Assolutamente sì. Le nuove istituzioni libiche cstavano omunque cercando di compiere passi in avanti verso una stabilizzazione del Paese, la quale, se fino a due settimane fa era lontana, in questo momento è ancora più lontana. Anche perché il venir meno di cariche istituzionali così importanti può solamente far cadere il Paese in una crisi istituzionale di cui in questo momento è difficile prevedere la fine.
D. Parliamo della gente, parliamo del clima nel Paese
R. Il clima nel Paese è quello, appunto, di una nazione che devessere ricostruita fin dalle proprie fondamenta, sia politiche sia istituzionali ma anche sociali, perché dopo la venuta meno del regime di Gheddafi sono state le strutture tribali a prendere il posto di quelle statali. Quindi, di fatto è un Paese molto diviso al proprio interno, dove le cariche istituzionali non riescono a trasmettere un senso di Paese, un senso di istituzione, un senso unitario.
D. Quanto è grave il rischio che questa debolezza della Libia possa aprire al rafforzamento di gruppi qaedisti, in quella zona?
R. Sicuramente, il vuoto di potere lasciato dalle istituzioni libiche del post-Gheddafi ha aperto e continua ad aprire spazi per lavanzata di gruppi qaedisti o di ispirazione qaedista, non solo libici ma facenti capo a vari gruppi attivi in tutto larco nordafricano, ma anche nella regione del Sahel. Possono trovare in Libia uno spazio di azione anche e soprattutto perché il territorio del Mali che negli ultimi anni era diventato un po un paradiso per questi gruppi qaedisti è venuto meno dopo loperazione francese. Il territorio libico potrebbe sostituire in un certo senso il territorio del Mali nel dare un retroterra logistico a questi gruppi.
D. Secondo lei, potrebbe esserci una qualche influenza sul dibattito attorno a questa legge da parte della comunità internazionale?
R. Sicuramente, è necessaria a questo punto linfluenza della comunità internazionale, o un impegno maggiore della comunità internazionale in Libia, per aiutare le istituzioni libiche in un processo di stabilizzazione nel post-Gheddafi. Senza un impegno forte della comunità internazionale, ma anche delle organizzazioni internazionali in primis, lOnu la Libia rischia veramente di rimanere in un “limbo” di anarchia e di divisioni tribali da cui sarà difficile uscire.