JIZYA – ( 10 Settembre )

Il ritorno della Jizya
 

 

La “Jizya”, il pagamento pro-capite di un tributo da parte dei non-musulmani ai musulmani per la “protezione” era scomparso grazie all’Occidente nel XIX secolo. Sta tornando in auge in Egitto, Siria e Iraq grazie ai Fratelli Musulmani.
marco tosatti

Sembrava una legge discriminatoria scomparsa per sempre, da oltre un secolo, in Medio Oriente e in Egitto. Invece la pratica della Jizya conosce un rifiorire, grazie ai Fratelli Musulmani e alle altre organizzazioni islamiche. Gli attacchi contro le chiese cristiane in Egitto sono rallentati, ma secondo fonti locali i Fratelli Musulmani nella regione meridionale di Minya stanno procedendo all’esazione della “Jizya” il tributo pro-capite che cristiani e membri di altre religioni devono pagare ai conquistatori islamici nelle terre dove l’islam si impose con la spada, “con volontaria sottomissione e mentre si sentono sottomessi”, come affrma il Corano, 9:29. 

Questo sta accadendo ai circa quindicimila cristiani Copti di Dalga, una cittadina in provincia di Minya, dove tutti i Copti, “senza eccezioni” sono obligati a pagare il tributo, come accadde al momento della conquista islamica. Ilpagamento va da 200 a 500 lire egiziane al giorno. Chi non è stato in grado, o non ha voluto pagare, sono stati attaccati, le loro mogli o figli picchiati o rapiti. In conseguenza di ciò circa 40 famiglie Copte hanno lasciato Dalga. E sembra che questo costume si stia diffondendo anche in Iraq, e in Siria, con minacce di morte. Il pagamento della Jizya fu interrotto nel XIX secolo, grazie all’intervento dell’Occidente.
 
condividi su