Astana (AsiaNews) In Kazakistan è allarme terrorismo islamico. Per la prima volta le autorità hanno ammesso la presenza di gruppi terroristi nel Paese più ricco dellAsia centrale finora ritenuto un bastione di stabilità, al riparo dai movimenti integralisti. Secondo la Procura generale, le due bombe esplose il 31 ottobre ad Atyrau sono state firmate dal gruppo Djund Al-Khalifat (Soldati del califfato), che aveva rivendicato lattacco con un video (v. foto) di cui finora il governo aveva negato lesistenza. Loperazione, a quanto spiegano gli stessi attentatori, è stata una rappresaglia per la draconiana legge sulla libertà religiosa, varata a ottobre da Astana, che tra laltro proibisce ogni pratica di culto allinterno degli edifici statali.
A far luce sulle attività del gruppo sono stati tre dei suoi componenti che hanno confessato la responsabilità del duplice attentato, dopo essere stati arrestati la settimana scorsa. Laltro presunto terrorista, che formava la cellula islamica, è stata lunica vittima delle bombe ad Atyrau, avendo maneggiato con poca cura il materiale esplosivo.
Secondo quanto riferito dalla Procura, i “Soldati del califfato” sono nati nel 2009, ispirandosi a una delle figure più note del radicalismo islamico caucasico, il “martire” Sayeed Buryatskij, un russo convertito allislam, ucciso a marzo in Inguscezia da agenti del Fsb. Buryatskij, 28 anni, era ritenuto lorganizzatore dellattentato al treno Mosca-San Pietroburgo del 2009, in cui morirono 26 persone. I quattro aspiranti terroristi, inoltre, avrebbero combattuto le truppe alleate in Afghanistan, a fianco dei talebani.
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