Libano sempre più a rischio di coinvolgimento nella guerra in Siria
Il gruppo degli Amici della Siria, riunito in Qatar, ha deciso di fornire maggiore appoggio, anche a livello militare, agli insorti. Intanto sul campo proseguono i combattimenti tra ribelli ed esercito di Damasco. Violenti scontri, secondo fonti dellopposizione, sarebbero avvenuti oggi nella capitale e ad Aleppo. Sempre più grave anche la situazione umanitaria per i civili in fuga dalle violenze, mentre cresce il rischio di un coinvolgimento del Libano nella crisi siriana. Christopher Altieri ne ha parlato con il padre gesuita Samir Khalil Samir, docente allUniversità St. Joseph di Beirut:
R. – Il Libano è legato alla Siria, storicamente, da secoli, e legati al governo della Siria sono gli sciiti libanesi del gruppo Hezbollah. Loro ricevono aiuto dallIran attraverso la Siria. Per questo sono alleati del governo siriano, ma è anche vero che in Libano i sunniti attaccano sia Hezbollah, sia lesercito, perché dicono é collegato agli sciiti. Così ci troviamo in una situazione dove il conflitto siriano si trasferisce lentamente in Libano e il motivo è che non cè più governo in Libano. Per il momento ce nè uno provvisorio e per questo lesercito, non ricevendo nessuna direttiva dallesecutivo, ha deciso di reagire contro il gruppo sunnita estremista dei salafiti. Con i salafiti libanesi sono venuti dalla Siria tutti quelli dellopposizione, che erano a Qusayr e in Libano hanno creato un loro centro operativo. Come si vede la situazione è molto confusa, cè violenza. Tutti questi gruppi sono pesantemente armati e una volta di più è il Libano che paga, in particolare i cristiani che non hanno nessuna milizia, né difesa militare. Il pericolo è che la guerra della Siria, che non ha soluzioni per il momento, si trasferisca qui e che le varie comunità entrino nel conflitto. Ma questo sarebbe una vera catastrofe.