

R. A questo punto, si è giunti per il fatto che la Libia ormai è un Paese disgregato nel senso che chi governa il Paese sono diverse autorità. Cè unautorità centrale che è delegittimata, molto debole e che è costituita dal Consiglio nazionale transitorio. Poi vi sono le milizie sul campo e le tribù nel tessuto sociale. Capire come queste tre entità in qualche maniera possano conciliarsi, è molto difficile. Vediamo che in questi giorni non si stanno conciliando e da questo nasce la richiesta di autonomia federale della Cirenaica.
D. Tripolitania e Cirenaica hanno vissuto, sotto Gheddafi, un lungo periodo di pace grazie agli accordi tribali siglati dal Colonnello. Oggi che lui non cè più, chi potrebbe riportare la pace e quindi lequilibrio allinterno del Paese?
R. Lequilibrio lo può riportare solamente il petrolio, cioè la struttura di rentier state delleconomia libica di fatto, che in qualche maniera potrebbe garantire una unità del Paese. E necessario, naturalmente, che ci sia un gestore unico di queste risorse. Di fatto, un po questo facilita anche lautorità e la legittimità del governo centrale, perché vende il petrolio allestero e redistribuisce la rendita: questa, però, naturalmente devessere redistribuita in una maniera che venga percepita ugualitaria da parte di tutte le componenti tribali del Paese e le componenti locali e regionali.
D. Lunico elemento su cui il Cnt è riuscito a mettere daccordo tutti è lislam come base del diritto inscritto nella nuova Costituzione. Ci vorrebbero, forse, altri punti di incontro?
R. Nonostante la Libia sia stata lungamente, anche sotto il regime di Gheddafi, un Paese laico, lislam e naturalmente la cultura islamica è sempre stato alla base della società. E quindi, con la caduta del regime e il vuoto di potere, il vuoto politico, il vuoto culturale sono rimaste ben poche cose a cui tutti possano aggrapparsi. Una di queste sicuramente è lislam, mentre laltra, naturalmente, è il petrolio. I terzo elemento potrebbe essere quello di unampia autonomia delle città, che potrebbero incominciare ad eleggere come già sta avvenendo i propri rappresentanti cittadini: questa potrebbe essere una piccola valvola di sfogo iniziale e anche una piccola prova di democrazia.
D. Durante i giorni di guerra, la comunità internazionale aveva riconosciuto in massa il Cnt come interlocutore ufficiale della nuova Libia. Quello che sta avvenendo oggi non è il frutto di una mossa un po avventata?
R. Sì: è sicuramente frutto di questa mossa. Il Cnt non ha alcuna legittimità interna, viene percepito come un organo quasi auto-proclamatosi, in qualche maniera, mentre allinterno cè la percezione che questa sia lunica speranza.
D. Questa minaccia di usare la forza può, secondo lei, concretizzarsi?
R. Io penso di no e mi sembra una reazione scomposta da parte di Jalil e del Cnt. Innanzitutto, ancora il governo centrale e lautorità centrale non hanno un esercito proprio, quindi chi combatterebbe? Qualcun altro in Tripolitania, qualche milizia della Tripolitania? Ci riporteremmo indietro ad uno scontro, alla guerra civile che cè stata di fatto nellultimo anno e io non penso che il Cnt possa compiere unazione simile. (gf)
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