MEDIO ORIENTE – ( 13 Novembre )

MEDIO ORIENTE
 
Testimoni con la vita
 
Abu Dhabi: incontro dei giovani cattolici della penisola arabica

Oltre 1.500 giovani cattolici del Medio Oriente s’incontreranno ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi, dal 15 al 17 novembre, per tre giorni di riflessione e preghiera. Al centro dell’“Arabia Catholic Youth Conference” (Acyc), evento giunto alla sua seconda edizione, vi sarà l’Anno della fede e i suoi significati per i credenti di quelle terre: il tema della conferenza, tratto dal Vangelo di Marco, è infatti “Tutto è possibile per chi crede” (Mc 9,23). Organizzato congiuntamente dai vicariati apostolici dell’Arabia del Nord e dell’Arabia del Sud, guidati rispettivamente da mons. Camillo Ballin e mons. Paul Hinder, l’incontro avrà luogo nella cattedrale di san Giuseppe. Secondo quanto riferito dall’Acyc, il programma dei tre giorni prevede momenti di riflessione e preghiera, di celebrazioni e di manifestazioni culturali e musicali. A parlare ai giovani, in larghissima parte provenienti da diverse nazioni del mondo (in particolare Filippine, India, Pakistan, Sri Lanka, Siria, Libano e nazioni africane) emigrati per lavoro nella penisola arabica, saranno, tra gli altri un giovane australiano, Matt Fradd, il sacerdote cattolico americano e musicista p. Stan Fortuna, p. George Gabriel, dalle Filippine, noto come “il predicatore in blue jeans”, e p. Michael Ssenfuma, dall’Uganda. A chiudere la conferenza sarà un concerto dal titolo “ReJoyce”, di musicisti cristiani di fama internazionale: una prima assoluta nella penisola arabica. La prima conferenza della gioventù cattolica di Arabia si è tenuta, sempre a Dubai, nel novembre 2009. Sull’evento Daniele Rocchi, per il Sir, ha intervistato mons. Camillo Ballin, vicario apostolico dell’Arabia del Nord.

Qual è il significato di questo meeting che si svolge nel particolare contesto della penisola arabica?
“Un avvenimento importante per questi giovani che si trovano a vivere in ambienti a maggioranza islamica. È per loro, quindi, un’occasione per ripensare, rivivere e celebrare la loro fede per continuare ad esserne testimoni con la vita anche se c’è qualche zelante islamico che mette ostacoli, non condivide e cerca di far cambiare loro strada”.

Il tema scelto per l’incontro appare, a tale riguardo, impegnativo…
“Il passo del Vangelo di Marco, ‘Tutto è possibile per chi crede’, vuole ribadire che si può testimoniare la propria fede anche se si vive in ambienti difficili e complessi. Se abbiamo fede che Dio guida la nostra storia siamo più sereni. Tutto ciò è fondamentale per chi, come questi giovani, vive anche lontano dalla propria casa, dagli affetti e dagli amici. Riscoprire e rinvigorire la fede, come Benedetto XVI esorta a fare in questo Anno della fede, aiuta i giovani a non prendere altre strade”.

Chi sono i giovani che vi prenderanno parte?
“Sono giovani che rappresentano la Chiesa universale, non chiusa da diversità di lingua, popolo e tradizioni, siamo tutti insieme, noi con loro, nonostante proveniamo da posti diversi. Ci unisce la fede in Cristo. Si tratta di giovani fortemente motivati. Vivendo in un Paese che non è il loro, si aggrappano alla fede e confidano nell’aiuto di Dio. Sono persone che sentono nostalgia dei loro affetti e la fede li sostiene. Giovani disposti a una maggiore ricerca del Signore”.

Quella della penisola arabica, tuttavia, non è una Chiesa autoctona. I giovani sono tutti lavoratori emigrati. Ciò presuppone, nella ferialità, una pastorale “ad hoc” che li educhi alla fede. Quali sono i tratti distintivi di questo cammino pastorale?
“Innanzitutto una pastorale che chiami all’unità, alla comunione con tutti e non alla divisione per Paesi o lingue. Molti di loro appartengono a gruppi e associazioni che raccolgono tutti e seguono al loro interno un cammino di fede che ha nell’universalità un dato caratteristico”.

Cosa si augura per questa conferenza?
“Spero che l’Acyc possa dare ai giovani del Medio Oriente l’opportunità di riunirsi, rafforzare e sperimentare la gioia di vivere la loro fede e che riesca a dare risposta alle tante domande che hanno su di essa”.

 
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