Il patriarca Younan: cristiani del Medio Oriente in grave difficoltà, diritti umani dimenticati




R. – Noi cristiani nel Medio Oriente stiamo attraversando la fase più critica della storia della nostra Chiesa e di tutte le Chiese perché, nonostante quanto si dica sulla primavera araba, i diritti umani sono stati dimenticati.
D. – Cosa possono fare le comunità cristiane dOccidente, oltre alla preghiera? La vicinanza del Papa è sentita?
R. – Sì. Il Santo Padre ci ha benedetti quando nel settembre scorso è venuto in visita in Libano. Ci ha chiamati a vivere veramente quel legame di vera solidarietà nella libertà e nella verità, perché tutti i popoli del Medio Oriente possano vivere assieme con pieno diritto di cittadinanza. Quindi noi cristiani del Medio Oriente contiamo molto sulle preghiere e sulla solidarietà spirituale dei nostri fratelli e sorelle delle Chiese dellOccidente, richiamandoli ad essere coraggiosi, fedeli ai principi e ai valori cristiani.
D. – Cè speranza per i cristiani del Medio Oriente, oppure lattualità – ad esempio il conflitto siriano – sta condizionando la situazione?
R. – La situazione in Siria è disastrosa. È il popolo che soffre, – non il regime, non coloro che finanziano i movimenti di opposizione – molti innocenti vengono uccisi, rimangono feriti, cè tanta gente che fugge dal Paese e noi ne abbiamo testimonianza. Siamo in contatto con i nostri vescovi, con il clero, con i fedeli. Nuovamente richiamiamo i potenti in Occidente ad essere mediatori di pace e di vera riconciliazione. Tutti dobbiamo cercare – come il Santo Padre ha detto – di abbandonare la violenza per trovare punti di riconciliazione, di dialogo, affinché si possa salvare il Paese.
D. – Un mese fa, a Baghdad, cè stata linaugurazione della Cattedrale siro-cattolica di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso, teatro il 31 ottobre 2010 di una strage compiuta da un commando di al Qaeda in cui morirono circa 50 fedeli e due sacerdoti. Che cosa ha significato ridare vita a questa chiesa irachena?
R. – Abbiamo cercato di infondere nuovamente lo spirito di speranza nei nostri fedeli affinché restassero nel loro Paese e nelle loro città. Abbiamo chiesto al governo iracheno di fare di più, affinché i cristiani si sentano nel loro Paese come veri cittadini, e possano godere a pieno dei loro diritti umani, perché tutti hanno diritto di essere rispettati a prescindere dalla religione, dalletnia di appartenenza.
D. – Un commento sullEgitto, dove i Fratelli musulmani hanno messo mano alla Costituzione dandogli una svolta che in molti hanno criticato .
R. – Una vera democrazia non è quella solamente numerica. I Fratelli musulmani cercano di mostrare che sono democratici, che rispettano gli altri, ma purtroppo questa non è la verità. Finché non avviamo un sistema di governo che dà a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio, ci saranno sempre dei problemi perché anche nellIslam non cè solamente una confessione o una sola interpretazione della sharia, ce ne sono diverse. Come pastori della Chiesa non vogliamo entrare nelle questioni politiche, però il nostro dovere è di difendere i diritti di tutti. Ai cristiani del Medio Oriente dico: Rimanete dove siete, cercate di cambiare il sistema in modo democratico, e abbiate il coraggio di far conoscere i vostri diritti e sperare sempre che la verità vinca su tutto!.