MEDIO ORIENTE – ( 22 Novembre )

MEDIO ORIENTE

Difficile palestra
 
Israele e Striscia di Gaza: la tregua sarà un’occasione per ”decisioni coraggiose in favore della pace”?
 
Vincenzo Tosello – direttore ”Nuova Scintilla” (Chioggia)


 
La tregua – annunciata dal Cairo dal segretario di Stato americano Hillary Clinton e dal presidente egiziano Morsi – è entrata finalmente in vigore ieri sera, dopo otto giorni di tragiche ostilità tra Israele e Hamas (più Jihad e Comitato di resistenza popolare palestinese e altri gruppi). L’ennesima “crisi” mediorientale ha tenuto tutti col fiato sospeso per le drammatiche notizie di scontri quotidiani e per le possibili ripercussioni in tutto il territorio. L’accordo prevede il “cessate il fuoco” da ambedue le parti e l’apertura di valichi per agevolare i movimenti dei palestinesi. Una tregua, però che, come tante altre – specie in quella “polveriera” -, rischia di essere fragile. Anche intorno all’ora del “cessate il fuoco” si erano avuti episodi di violenza con l’esplosione di un autobus in pieno centro a Tel Aviv (20 feriti non gravi) e l’immediata rappresaglia di Israele con due attacchi aerei sulla Striscia di Gaza (una decina di morti).
Lo spirito dei contendenti si coglie nelle dichiarazioni: le autorità israeliane assicurano che l’operazione Pilastro di Difesa “ha raggiunto tutti gli obiettivi prefissati”; e Hamas dichiara: “Israele ha fallito tutti i suoi obiettivi, grazie a Dio”. Il presidente israeliano Netanyahu ammette di aver accettato la tregua su pressione statunitense, dopo aver concordato con Obama un impegno comune per fermare il traffico di armi verso Gaza, e ringrazia gli Usa e l’Egitto per la mediazione; il leader di Hamas, Khaled Meshaal, ringrazia l’Iran per l’appoggio accordato. Un intreccio di tensioni e supporti locali e internazionali certamente difficile da districare. È importante, tuttavia, che si sia deciso di fermare la sanguinosa escalation. Proprio nella mattinata di ieri il Papa aveva esortato le autorità di entrambe le parti a “decisioni coraggiose in favore della pace”, per porre fine ad un conflitto che poteva avere “ripercussioni negative in tutta la regione mediorientale, travagliata da troppi scontri e bisognosa di pace e di riconciliazione”.
C’è ancora chi si domanda se l’origine di tutto può ascriversi alla “creazione a tavolino” dello Stato di Israele; ma è chiaro che tutti hanno diritto a vivere e a convivere in pace, e nessuna motivazione – ancor meno quella religiosa – può giustificare la violenza. Per questo, mentre ad ogni nuova crisi emergono gli aspetti peggiori dell’uomo, che s’illude di risolvere la situazione con i “muscoli”, d’altra parte ci si rende conto che l’unica via percorribile è quella del dialogo e della riconciliazione. Palestra difficile il Medio Oriente, che speriamo serva ad allenare meglio tutti alla vera pace!
 
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