Myanmar: appello del segretario generale ONU per i rohingya
Situazione umanitaria “drammatica”
Campo profughi Rohingya / Wikimedia Commons – DFID – UK Department for International Development, CC BY-SA 2.0
Il segretario generale delle Nazioni Unite (ONU), António Guterres, ha definito “catastrofica” la situazione umanitaria in Myanmar. L’ex primo ministro portoghese ha lanciato un appello alle autorità del Paese, chiedendo di “sospendere le attività militari e le violenze, e a riconoscere il diritto a chi ha lasciato il paese a tornare”, ossia dei rohingya.
Guterres, come riporta “L’Osservatore Romano” nella sua edizione di oggi, venerdì 15 settembre, si è espresso mercoledì 13 settembre, incontrando a New York i giornalisti a margine della 72esima Assemblea Generale dell’ONU.
Nel corso degli ultimi mesi e anni, papa Francesco ha richiamato varie volte l’attenzione sulla situazione della minoranza musulmana e apolide insediata nel Myanmar occidentale.
Alla domanda di un giornalista se nell’ex Birmania è in atto una “pulizia etnica”, Guterres ha risposto: “Quando un terzo della popolazione rohingya ha dovuto abbandonare il paese, si può trovare una parola migliore per descrivere quanto sta accadendo?”
Il segretario generale ha quindi lanciato un appello per un piano d’azione per andare alla radice della crisi, chiedendo alla comunità internazionale “di fare il possibile per fornire assistenza”.
Guterres ha inviato anche una lettera al Consiglio di Sicurezza — era dal 1989 che un segretario generale dell’ONU non prendeva tale iniziativa — riguardo alla crisi dei rohingya.
Da parte sua, il Premio Nobel per la Pace 1991 e ministro degli Affari Esteri del Myanmar, Aung San Suu Kyi, la quale ha deciso di non partecipare all’Assemblea generale ONU, ha annunciato che martedì prossimo parlerà della crisi in un discorso alla Nazione, che verrà trasmesso in televisione.
Come ricorda il quotidiano vaticano, sulla questione della minoranza musulmana in Myanmar — un Paese a maggioranza buddista — è intervenuto anche il parlamento del Bangladesh, il quale ha chiesto all’unanimità al governo di Naypyidaw di reintegrare i rifugiati rohingya sul suo territorio, garantendone la sicurezza e riconoscendone la cittadinanza.
In seguito alla violenza nello Stato di Rakhine, più di 400.000 rohingya hanno lasciato il Paese, rifugiandosi nel vicino Bangladesh. Circa il 60% dei profughi sono bambini, ricorda “L’Osservatore Romano”. I rohingya rimasti nel Myanmar invece vivono in campo profughi, in condizioni igieniche e sanitarie disastrose.
Le autorità di Naypyidaw contestano le radici birmane dei rohingya e li considerano immigrati illegali provenienti dal vicino Bangladesh.
Papa Francesco visiterà quest’autunno sia il Myanmar (dal 27 al 30 novembre) che il Bangladesh (30 novembre al 2 dicembre). (pdm)
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