NIGERIA – (14 Dicembre 2020)

Parenti dei ragazzi scomparsi incontrano le autorità Parenti dei ragazzi scomparsi incontrano le autorità 

Nigeria: Boko Haram rivendica l’attacco alla scuola di Katsina

La dichiarazione della firma dell’agguato armato di venerdì scorso è giunta in queste ore, tramite un messaggio vocale diffuso dal leader dell’organizzazione terroristica. Nel Paese è polemica per la gestione della sicurezza. Padre Alumuku, dalla diocesi di Abuja: rinnovare i vertici della polizia

Marco Guerra e Antonella Palermo – Città del Vaticano

Il gruppo jihadista di Boko Haram ha rivendicato il rapimento di centinaia di studenti liceali a Katsina, nel nord-ovest della Nigeria. Lo ha fatto attraverso il suo leader Abubakar Shekau. Non bande di delinquenti comuni, dunque, ma ancora la matrice terroristica dietro l’incursione nella scuola rurale di Kangara, la stessa responsabile del rapimento, nel 2014 a Chibok, di 276 ragazze di un liceo, atto che provocò un’ondata di indignazione internazionale.

Cambiamento geografico dell’attività jihadista

La rivendicazione di oggi viene interpretata come il segno di un cambiamento geografico dell’attivita’ jihadista nella regione, Boko Haram solitamente opera a nord est, intorno al lago Ciad. Nella serata di ieri erano giunte le informazioni del governatore dello Stato di Katsina, sui contatti con gli uomini armati autori del rapimento. “Stiamo facendo progressi e le prospettive sono positive” avrebbe dichiarato, senza fornire dettagli su eventuali richieste di riscatto. I militari nigeriani avrebbero identificato la posizione geografica dei ragazzi. Secondo un portavoce del presidente nigeriano, Muhammadu Buhari, l’esercito avrebbe circondato l’area dove si nascondono gli uomini che terrebbero in ostaggio decine di ragazzi per chiederne il riscatto. Il governatore locale Masari, ha detto che “molti continuano a uscire dalla foresta”. Si ritiene che la maggior parte degli studenti scomparsi abbia un’età compresa tra i 12 e i 16 anni.

Buhari: rafforzare sicurezza nelle scuole

Masari ha espresso queste osservazioni dopo aver incontrato una delegazione del governo federale guidata dal Ministro della Difesa nigeriano Bashir Magashi, che ha effettuato una visita di solidarietà a Katsina. “La conclusione delle forze armate è che questi criminali devono essere dichiarati terroristi”, ha detto il ministro della Difesa. Il Presidente della Nigeria Buhari ha definito “codardi” i rapitori e ha promesso di rafforzare la sicurezza nelle scuole, mentre alcune fonti delle forze di sicurezza parlano di “banditi comuni”. Intanto la condanna arriva anche dal Segretario Generale dell’Onu, Antonio Guterres; l’Unicef chiesto “il rilascio incondizionato di tutti i bambini”.

In aumento violenze e rapimenti

Amnesty International denuncia che, nei primi sei mesi del 2020, almeno 1.100 persone siano state uccise da banditi armati nel Nord della Nigeria, e che praticamente nessuno di questi è stato portato davanti alla giustizia. “Hanno lasciato le comunità rurali in balia di uomini armati, questo rapimento è emblematico della mancanza di protezione da parte del governo”, scrive in una nota l’organizzazione umanitaria.

Ascolta l’intervista a padre Alumuku

Padre Alumuku: cambiare i vertici della polizia

A chiedere più sicurezza è tutta la società civile, come ribadisce ai nostri microfoni padre Patrick Alumuku, Direttore della Comunicazione delle diocesi di Abuja: “Da anni i nigeriani chiedono di rinnovare i vertici delle forze di sicurezza, attualmente composti da persone che dovrebbero essere già in pensione e che non sono in grado di garantire l’incolumità di cui abbiamo bisogno”. Il sacerdote nigeriano conferma che l’aumento dei rapimenti nel Nord e ritiene che lo stile di questa ultima azione è quello di Boko Haram, perché gli islamisti “non vogliono consentire l’educazione”.  “C’è tanta preoccupazione – aggiunge – perché mai un numero così elevato di persone era stato rapito a seguito di un solo attacco”. Padre Alumuku racconta infine che nel resto del Paese i preparativi del Natale proseguono in maniera tranquilla, sebbene la situazione della sicurezza, soprattutto al Nord sia sempre più deteriorata.

L’indignazione internazionale

Forte la sensibilità dell’opinione pubblica in rete: l’hashtag #BringBackOurBoys ha fatto tendenza su Twitter. Tra le voci di condanna dell’agguato, oltre del segretario generale dell’Onu, anche quella di Save the children – una delle prime organizzazioni ad aver risposto alla crisi umanitaria nella regione – che esorta il governo a garantire un’istruzione sicura, di qualità e ininterrotta. Proprio la Nigeria peraltro ospiterà la quarta conferenza internazionale sulle scuole sicure nel 2021 ed è uno dei primi Paesi africani ad approvare la Safe School Declaration, un impegno politico intergovernativo per proteggere studenti, insegnanti, scuole e università dai peggiori effetti dei conflitti armati.

Ultimo aggiornamento del 15 dicembre, ore 8.00

Il testo originale e completo si trova su:

https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2020-12/nigeria-oltre-300-studenti-ancora-dispersi-dopo-attacco.html

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