NIGERIA – ( 17 Luglio )

Nigeria. Nasce l’Osservatorio della libertà religiosa. Intervista con Massimo Introvigne



Dall’inizio dell’anno le comunità cristiane in Nigeria sono state vittime di numerosi attacchi, che hanno provocato numerosi morti, soprattutto durante le celebrazioni domenicali. Il governo italiano, mentre continua a sollecitare una risposta europea a questa emergenza, scende in campo con una sua iniziativa, intrapresa dall’Osservatorio della libertà religiosa, neonata organizzazione promossa dal Ministero degli esteri in collaborazione con Roma Capitale. L’iniziativa sarà presentata giovedì 19 luglio all’Associazione della Stampa Estera di Roma dal sociologo Massimo Introvigne, coordinatore dell’Osservatorio. Fabio Colagrande lo ha intervistato.RealAudioMP3

R. – L’Italia si sta adoperando perché la questione dei cristiani in Africa, in particolare della Nigeria, sia messa all’ordine del giorno nei vari documenti dell’Unione Europea e anche delle Nazioni Unite. Tuttavia, ci rendiamo conto che i tempi tecnici delle iniziative internazionali sono molto lunghi e, purtroppo, i cristiani continuano a morire. Questa, quindi, è proprio una delle funzioni dell’Osservatorio. L’Italia sta promuovendo delle iniziative di carattere bilaterale con la Nigeria, un governo amico, con cui i rapporti sono buoni. A questo era finalizzata la missione dei giorni scorsi dell’onorevole Boniver e, per la verità, alcune iniziative sono già partite nel campo di addestramento delle forze di sicurezza della polizia di frontiera e anche di funzionari nigeriani. In questo campo, l’Italia ha delle eccellenze che sono riconosciute al nostro Paese. Anche grandi Paesi hanno richiesto l’assistenza dell’Italia per la formazione di forze dell’ordine contro eventi di tipo violento o terroristico. Quindi, senza affatto trascurare l’importanza che si muovano poi le organizzazioni internazionali, l’Italia è già partita dopo la cooperazione bilaterale.

D. – Quindi, lei conferma che c’è la volontà del governo nigeriano di collaborare su questo aspetto…

R. – Il governo nigeriano, in questo momento, ha come presidente un cristiano, Goodluck Jonathan, e non è quindi certamente promotore, ma è vittima di queste violenze, che mirano anche a rovesciare l’attuale governo. Tuttavia, l’offensiva terroristica non nasce soltanto dall’interno della Nigeria. Sappiamo che il movimento responsabile della maggior parte delle violenze – senza escludere, come i vescovi ci ricordano, talora anche cause locali – Boko Haram, gode anche di sostegni e di armi che vengono dall’estero. Quindi, il governo si trova di fronte ad un problema molto complesso ed è giusto che sia sostenuto anche dall’aiuto internazionale.

D. – C’è anche la necessità, quindi, di isolare le centrali del terrorismo anticristiano, che come vediamo sono molto presenti nei Paesi africani…

R. – Questa, come dire, è la seconda gamba dell’iniziativa italiana, che stiamo promuovendo: far passare la consapevolezza del problema da una serie di eventi locali ad un’emergenza continentale regionale. E’ certo, infatti, che ognuno degli eventi locali possa anche essere attribuito a cause episodiche, però queste sono tutte tessere che vanno poi a comporre un mosaico e, in questo mosaico, operano anche delle centrali di tipo terroristico, che soffiano sul fuoco, che aizzano le difficoltà locali, e il cui programma è un vero programma di pulizia religiosa, una nozione che assomiglia molto alla polizia etnica, per mettere in fuga i cristiani, per indurli ad emigrare, per farli vivere comunque in una situazione di paura che li trasformi a poco a poco in cittadini di serie b.

 
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