



R. Rallentare qualcosa che non esiste è difficile. Non cè un percorso, non cè un dialogo, non cè un dibattito. Cè appena stata una “piccola” guerra a Gaza, dove Hamas che è il partito che propone la lotta permanente è uscito vincitore, mentre Fatah e lautorità palestinese di Abu Mazen sono usciti sconfitti. E difficile capire di quale processo stiano parlando gli americani e gli israeliani.
D. L’Europa si presenta a questo appuntamento molto divisa al suo interno: questo è un segnale negativo.
R. E un segnale estremamente negativo. Il fatto che ogni Paese andrà in ordine sparso e in maniera molto divisa, è molto grave: questo contribuisce a mantenere lopinione che cè dellEuropa in Medio Oriente, cioè unEuropa che non conta nulla. Del resto non conta nulla nemmeno per Israele, che non ha mai considerato il Vecchio continente un interlocutore: per Israele ci sono solamente gli americani.
D. – Si starebbe lavorando perché Abu Mazen prometta di non adire alla Corte penale internazionale contro Israele per gli insediamenti in Cisgiordania, considerati dallAnp un ostacolo alla pace. Sarebbe, questo, un primo compromesso?
R. Volendo, sarebbe il compromesso necessario. Quello che sta chiedendo la Palestina è nulla, perché sta semplicemente chiedendo di passare da entità osservatrice a Paese “osservatore”, ma Paese per modo di dire. Lo sanno tutti e lo sanno meglio di tutti i palestinesi. Lunico elemento è la capacità che diventando Paese osservatore possa poi partecipare ai lavori del Tribunale internazionale dellAia e quindi chiedere che Israele venga incriminato. Se questo ostacolo viene superato, non ci sono altre ragioni per non accettare la richiesta palestinese. Anche se sono convinto che, pur superando questo ostacolo, lattuale governo israeliano, di estrema destra, si inventerà qualche altra cosa per impedire anche questo piccolo passo avanti verso la lontana indipendenza palestinese. Gli Stati Uniti dovranno stargli dietro.
D. – Su una cosa non ci sono dubbi: anche per le Nazioni Unite si tratta di un ulteriore banco di prova per la sua tenuta
R. Le Nazioni Unite sono sempre state così. Quando gli attori coinvolti sono importanti, come gli Stati Uniti, la Russia, la Cina, anche Israele, le Nazioni Unite non servono assolutamente a nulla: sono assemblearismo, utile per fare buone discussioni, ma fine a se stesso.
D. Si può fare una previsione su come andrà a finire?
R. Lunica previsione certa è il dato di fatto geopolitico: Gaza ha dimostrato che Israele è sempre più sola, che lEgitto adesso esiste, certo, con tutti i suoi problemi istituzionali ancora non risolti però ormai lEgitto cè. Quindi, attraverso le Nazioni Unite, in maniera pacifica non dimentichiamo che Israele ha sempre ignorato la parte pacifica della Palestina, perché la richiesta delle Nazioni Unite è una richiesta pacifica – non sono Qassam, non sono razzi, non è terrorismo Israele non potrà più ignorare la necessità di riprendere un processo di pace.