Il miracolo. È stata suor Francesca Levote, monaca professa delle Sorelle Povere di Santa Chiara – spiega larcivescovo -, ad aver ottenuto il miracolo della guarigione da cancro endometrioide dellovaio sinistro con progressione metastatica sistemica (IV stadio) e grave compromissione dello stato generale. La grazia del miracolo fu chiesta al Signore per intercessione dei beati martiri con fede umile proprio dalla sua comunità religiosa, nel maggio 1980, mentre si svolgeva in diocesi una peregrinatio con lurna dei martiri, nel 5° centenario dellevento del martirio, a pochi mesi dalla visita apostolica a Otranto di Giovanni Paolo II, avvenuta il 5 ottobre 1980.
Una lezione damore incondizionato. La nostra diocesi – prosegue mons. Negro – è commossa e trepidante, sapendo di vivere una delle più belle ore della sua storia. Tra breve la Chiesa universale potrà leggere dentro questa pagina di amore totale al Signore, scritta con il sangue di numerosi laici. Infatti, conclude, in questo momento storico, lesempio di Antonio Primaldo e dei suoi compagni mostra come solo una fede forte, personale e comunitaria insieme, si può tradurre in una lezione di amore incondizionato verso il Signore che ha dato la vita, verso la comunità dei credenti chiamata a seguire le orme del Maestro e verso gli uccisori, cui fu rivolta la rivoluzionaria ed evangelica logica della fedeltà a ogni costo.
Cenni storici sui martiri
Il 28 luglio 1480 la città di Otranto fu assediata dai turchi ottomani che avevano organizzato una spedizione con circa 140 navi e 15.000 uomini; il 12 agosto 1480 la città cadde nelle mani degli invasori che la saccheggiarono e uccisero larcivescovo Stefano, i canonici, diversi sacerdoti e numerosi fedeli riuniti nella cattedrale. Il giorno seguente il comandante dei Turchi, Gedik Achmed Pascià, ordinò che tutti gli uomini superstiti, circa 800 dai 15 anni in su, fossero costretti a rinnegare la fede cristiana. Antonio Primaldo, umile calzolaio o cimatore di panni, a nome di tutti i cristiani prigionieri dichiarò che essi tenevano Gesù Cristo per il figlio di Dio e che piuttosto volevano mille volte morire che rinnegarlo e farsi turchi; di fronte a questa risposta Achmed Pascià condannò a morte tutti gli 800 prigionieri: di alcuni fu tagliata la testa e di altri fu fatto a pezzi il corpo. Per un anno i corpi giacquero insepolti sul luogo del supplizio, dove vennero ritrovati dalle truppe inviate a liberare Otranto. Nel maggio 1481 i corpi dei martiri furono deposti nella vicina chiesa al fonte della Minerva; nel settembre 1481 furono traslati nella cattedrale di Otranto e nel 1490, per ordine di Alfonso dAragona, molte salme furono trasportate a Napoli. Antonio Primaldo e compagni furono subito riconosciuti martiri dalla popolazione e la Chiesa idruntina ogni anno, il 14 agosto, celebra devotamente la loro memoria. Il 14 dicembre 1771 fu emanato il decreto di conferma del culto ab immemorabili tributato ai martiri di Otranto. Nel 1980, in occasione del quinto centenario del martirio, furono organizzati solenni festeggiamenti, che si conclusero il 5 ottobre 1980 con una celebrazione presieduta da Giovanni Paolo II a Otranto. Nel 1988 fu nominata dallarcivescovo di Otranto la commissione storica e negli anni 1991-1993 fu celebrata linchiesta diocesana, riconosciuta valida dalla Congregazione delle cause dei santi con decreto del 27 maggio 1994. Il 6 luglio 2007 Benedetto XVI ha approvato il decreto con cui si riconosceva che i beati Antonio Primaldo e compagni erano stati uccisi per la loro fedeltà a Cristo. Infine, oggi, Benedetto XVI ha autorizzato la Congregazione a pubblicare il decreto riguardante un miracolo attribuito allintercessione dei martiri di Otranto Antonio Primaldo e compagni.
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