La primavera araba non ha un esito scontato ma è unopportunità: non bisogna tornare indietro, bensì accogliere quei semi di amicizia e fraternità che essa ha portato. Lo ha affermato ieri sera a Roma mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia, intervenendo (insieme al ministro dellEconomia Tremonti) a un incontro sulle rivoluzioni in corso nellarea mediterranea, tra Nord Africa e Medio Oriente. Di fronte alle sfide del tempo presente lEuropa, ha annotato il vescovo, pare invecchiata, impaurita e divisa, incapace di ricordare la sua vocazione universale, concentrata su se stessa fino al punto di correre il rischio dellautodistruzione. Compito del Mediterraneo, invece, è riconquistare la sua centralità e forza culturale sul pianeta. Cè bisogno ha sottolineato di un nuovo sogno, che può nascere proprio in un Mediterraneo capace, di fronte alla globalizzazione, di ritrovare una visione umanistica che porti i popoli a uno sguardo universale. La storia va guidata e gestita, non subita, e se non è facile intravedere il futuro, ciò non basta, ha evidenziato il vescovo, per fermarsi alla stazione della rassegnazione e della paura. (segue)
08:50 – PRIMAVERA ARABA: MONS. PAGLIA (TERNI), UNOPPORTUNITÀ DA COGLIERE (2)
Mons. Paglia ha poi sottolineato come motore di queste rivoluzioni siano stati i giovani, dal momento che il 60% dei manifestanti aveva meno di 30 anni. Essi rappresentano una generazione nuova cresciuta senza che nessuno se ne rendesse conto, in anni in cui lunico vero leader capace di parlare anche a questo mondo è stato Giovanni Paolo II. Alla base di questi fenomeni vi è la fame di cibo e di democrazia, ha aggiunto il ministro dellEconomia Giulio Tremonti ricordando come fattore dinnesco delle rivoluzioni nel mondo arabo e nordafricano sia stata la speculazione finanziaria che ha determinato squilibri sociali, smentendo con i fatti il Fondo monetario internazionale secondo il quale ha aggiunto Tremonti citando uno studio del 2008 la speculazione non esiste e cè solo un libero gioco di mercato dove si confrontano domanda e offerta. E ora la speculazione che ha provocato questi fenomeni, ha rilevato il ministro, è tornata ai livelli precedenti alla crisi, anzi no, li ha superati.
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