OASIS A TUNISI, ORA SI DECIDE FUTURO
DA AGENSIR 12:12
In Tunisia e in Egitto ci troviamo di fronte ad un punto di svolta: nei prossimi mesi, forse già nelle prossime settimane, si deciderà molto del futuro delle rivoluzioni arabe. Il ruolo della religione in una società in transizione è centrale, quindi islam e cristianesimo hanno bisogno di una illuminazione reciproca. Lo ha detto questa mattina il card. Angelo Scola, arcivescovo di Milano e presidente della Fondazione internazionale Oasis, in un video-messaggio registrato in apertura del convegno di Oasis in corso oggi e domani a Tunisi, sul tema La religione in una società in transizione. La Tunisia interpella lOccidente. Oggi a Tunisi si verifica un ulteriore allargamento – ha osservato il card. Scola -: è la prima volta che Oasis si affaccia a una realtà nella quale la Chiesa è numericamente molto ridotta e per la grande maggioranza costituita da stranieri. Qui lincontro con lislam appare imprescindibile: la tentazione del recinto e dello splendido isolamento non ha luogo, per il semplice fatto che non esiste nessunisola sulla quale ritirarsi, nessun recinto nel quale rifugiarsi. Rispetto ad un Occidente smarrito e in crisi, nel mondo arabo lIslam continua a svolgere la funzione di riferimento universale. Un dato confermato dal successo, alle recenti elezioni, dei partiti di ispirazione religiosa. (segue)
In Tunisia e in Egitto ci troviamo di fronte ad un punto di svolta: nei prossimi mesi, forse già nelle prossime settimane, si deciderà molto del futuro delle rivoluzioni arabe. Il ruolo della religione in una società in transizione è centrale, quindi islam e cristianesimo hanno bisogno di una illuminazione reciproca. Lo ha detto questa mattina il card. Angelo Scola, arcivescovo di Milano e presidente della Fondazione internazionale Oasis, in un video-messaggio registrato in apertura del convegno di Oasis in corso oggi e domani a Tunisi, sul tema La religione in una società in transizione. La Tunisia interpella lOccidente. Oggi a Tunisi si verifica un ulteriore allargamento – ha osservato il card. Scola -: è la prima volta che Oasis si affaccia a una realtà nella quale la Chiesa è numericamente molto ridotta e per la grande maggioranza costituita da stranieri. Qui lincontro con lislam appare imprescindibile: la tentazione del recinto e dello splendido isolamento non ha luogo, per il semplice fatto che non esiste nessunisola sulla quale ritirarsi, nessun recinto nel quale rifugiarsi. Rispetto ad un Occidente smarrito e in crisi, nel mondo arabo lIslam continua a svolgere la funzione di riferimento universale. Un dato confermato dal successo, alle recenti elezioni, dei partiti di ispirazione religiosa. (segue)
12:13
Le rivoluzioni arabe, nella loro grande diversità – ha sottolineato larcivescovo di Milano – hanno lanciato con forza la questione della libertà e lunico dato certo è che in ogni Paese non si vuole il ritorno della cultura dellautoritarismo, che si è espressa per lunghi decenni. Una libertà politica che comporta per sé stessa un rischio, visto che può assumere la faccia poco attraente della frantumazione e del babelismo. In ogni caso, ha precisato il card. Scola, la presenza musulmana interpella lOccidente a sottoporre a revisione il modello che ha elaborato, senza per questo rinnegare le indubbie acquisizioni in termini di convivenza civile. Dallaltra parte lIslam, a detta di molti suoi pensatori, è chiamato a pensare in modo nuovo il tema della libertà. In sintesi, nellesperienza travagliata del rapporto che il Cristianesimo ha instaurato con la modernità politica, tra rifiuto, illusione passatista e assunzione critica delle istanze positive – ha concluso -, si possano rinvenire elementi utili anche per i popoli musulmani e per la domanda di libertà che le loro rivoluzioni hanno così potentemente messo in campo. Questo è il senso di unilluminazione reciproca, ovvero di unoggettiva rilevanza culturale che il Cristianesimo oggi assume per lIslam, e viceversa.
Le rivoluzioni arabe, nella loro grande diversità – ha sottolineato larcivescovo di Milano – hanno lanciato con forza la questione della libertà e lunico dato certo è che in ogni Paese non si vuole il ritorno della cultura dellautoritarismo, che si è espressa per lunghi decenni. Una libertà politica che comporta per sé stessa un rischio, visto che può assumere la faccia poco attraente della frantumazione e del babelismo. In ogni caso, ha precisato il card. Scola, la presenza musulmana interpella lOccidente a sottoporre a revisione il modello che ha elaborato, senza per questo rinnegare le indubbie acquisizioni in termini di convivenza civile. Dallaltra parte lIslam, a detta di molti suoi pensatori, è chiamato a pensare in modo nuovo il tema della libertà. In sintesi, nellesperienza travagliata del rapporto che il Cristianesimo ha instaurato con la modernità politica, tra rifiuto, illusione passatista e assunzione critica delle istanze positive – ha concluso -, si possano rinvenire elementi utili anche per i popoli musulmani e per la domanda di libertà che le loro rivoluzioni hanno così potentemente messo in campo. Questo è il senso di unilluminazione reciproca, ovvero di unoggettiva rilevanza culturale che il Cristianesimo oggi assume per lIslam, e viceversa.
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