Attacchi islamisti nel Sinai: almeno 6 morti



R. – E stato sempre così, storicamente, sin dagli accordi di pace che lEgitto ha stretto con Israele e che hanno segnato il momento in cui la penisola del Sinai è ripassata sotto il controllo egiziano. Negli ultimi giorni le violenze sembrano soggette ad una escalation e questo sicuramente, da un lato, è connesso alla situazione politica egiziana, con la crisi che dal 3 luglio crea un momento di instabilità in tutto il Paese, ma soprattutto nella penisola del Sinai, che è la regione più sensibile.
D. Nel Sinai si sta svolgendo anche il dramma delle tante persone sequestrate. Qual è lobiettivo di questi movimenti che danno vita a violenze e attacchi?
R. Oltre a vari gruppi criminali operano anche gruppi jihadisti, che fanno parte della galassia dellislamismo radicale. Il Sinai ha sempre avuto una doppia funzione per questi gruppi: una è quella di una vera e propria base logistica per attività anche, eventualmente, fuori la penisola del Sinai e fuori dallEgitto. Poi in questo particolare momento non è da escludere invece che la presenza di gruppi jihadisti e islamisti radicali sia invece mirata allEgitto stesso. E una sorta di reazione a quello che è accaduto e alla mossa politica che è stata fatta dallesercito in Egitto. Sicuramente non si può non notare che vi è proprio una correlazione temporale tra lestromissione degli islamisti moderati al potere e questa escalation di violenza da parte di islamisti radicali invece nel Sinai.