Nuova mattanza ieri in Siria. Oltre 100 le vittime, tra le quali molti minori, a causa di nuovi bombardamenti dellesercito di Damasco sulle provincie di Homs, Homa e Idlib. Colpiti stamani anche alcuni campi profughi in territorio turco. Forte la protesta del governo di Ankara. La nuova giornata di sangue avviene a poche ore dal cessate il fuoco totale, richiesto dal piano di pace dellinviato dellOnu e della Lega Araba, Kofi Annan, che dovrebbe scattare oggi. Forte la preoccupazione internazionale per il rischio che la situazione precipiti ulteriormente. Il servizio di Giancarlo La Vella:
La tregua, alla base del piano di pace di Kofi Annan e accettato dal presidente Assad, sembra ormai lettera morta. Lesercito di Damasco non accenna a diminuire la morsa sullopposizione. Tanti, troppi i civili che hanno perso la vita nelle operazioni militari che proseguono senza soluzione di continuità. Nuove forti condanne allatteggiamento del governo di Assad sono arrivate dagli Stati Uniti per le brutali violenze contro il popolo siriano e dal segretario generale dellOnu, Ban Ki-moon. Secondo il portavoce del Palazzo di Vetro il governo di Damasco deve cessare immediatamente e senza condizioni tutte le operazioni militari nel rispetto degli impegni presi sul piano di pace di Kofi Annan. Ma è proprio da parte delle Nazioni Unite che manca una presa di posizione univoca. Maria Grazia Enardu docente di Storia delle Relazioni Internazionali allUniversità di Firenze. “Manca un documento cogente dell’Onu. La decisione sinora adottata non è una vera risoluzione che richiederebbe l’assenso di due membri permanenti come Russia e Cina, le quali sinora non hanno nessuna intenzione di condannare la Siria”.
Il testo completo si trova su: