Ancora violenze in Siria, la crisi investe il Libano
In Siria non muta lo scenario di guerra. Circa sessanta sciiti, nell’est del Paese sono rimasti uccisi, ieri, nel corso dei combattimenti con i ribelli. Intanto il conflitto sconfina nuovamente in Libano dove nell’alta valle della Bekaa sono piovuti alcuni razzi sparati da oltre confine. Questo mentre il presidente russo Vladimir Putin ha ribadito che Mosca non agisce da difensore di Assad, ma che gli sforzi occidentali per imporre la democrazia hanno portato al caos in Medio Oriente. Marina Calculli:
La tensione sul terreno sale sempre di più dopo il tentativo da parte del regime di riprendere Aleppo. Ieri due esplosioni a Damasco in piazza dei Martiti hanno scosso la quiete della città che durava almeno da quando i lealisti avevano ripreso Qusayr. Sul confine est, in un villaggio considerato leale al regime di Asad, 60 civili sono stati uccisi. Gli abitanti stessi avevano imbracciato le armi e attaccato un posto di blocco dei ribelli. Ma la tensione si sposta ancora una volta oltre confine, in Libano dove sono caduti razzi nella città di Hermel, roccaforte di Hezbollah, ormai nel mirino internazionale per aver fiancheggiato lesercito di Asad nella battaglia di Qusayr. Il consiglio di sicurezza dellONU sta infatti preparando una risoluzione contro il coinvolgimento di Hezbollah nel conflitto siriano. La bozza preparata da Kuwait, Qatar, Turchia, Stati Uniti e Gran Bretagna, condanna luso di militanti stranieri in Siria. Secca la risposta di Lavrov ricorda quanto i paesi firmatari di questa bozza stiano inviando da 2 anni in Siria militanti nelle fila della resistenza. Lavrov ha detto o condannate i terroristi o continuate con la vostra politica dei due pesi e delle due misure.