Non abbandonare la Siria travolta da violenze che non sembrano avere fine. E lappello pressante che viene dalla popolazione e, in particolare, dai cristiani in Siria, mentre gli osservatori Onu sospendono la loro attività nel Paese. Un grido di dolore a cui si richiama il nostro direttore, padre Federico Lombardi, nel suo editoriale per Octava Dies, il settimanale dinformazione del centro Televisivo Vaticano:
Da diverse località della Siria continuano ad arrivare ogni giorno notizie di una strage di persone innocenti di ogni età e credo religioso, con un crescendo sempre maggiore da ormai almeno 15 mesi. Ormai sono sempre più quelli che affermano che si debba parlare di una vera situazione di guerra civile. Un Paese caratterizzato dalla convivenza fra componenti diverse del mondo musulmano, e dove anche i rapporti ecumenici fra i cristiani di diverse confessioni e riti e i rapporti interreligiosi fra cristiani e musulmani erano tradizionalmente sereni indimenticabile il viaggio di Giovanni Paolo II nel 2001 precipita ora nella violenza, nel caos, nel rischio di disintegrazione, senza che si veda una via duscita: una lenta discesa agli inferi, ha detto il nunzio apostolico, mons. Zenari.
Le attese di libertà e di maggior partecipazione nella vita politica presenti in tanti giovani siriani come in altri Paesi coinvolti dal vento di cambiamento della regione non sono state dovutamente ascoltate da parte dei governanti, mentre nel campo degli oppositori si sono inserite e hanno preso piede componenti violente.
Nonostante gli appelli ripetuti del Papa come di tanti leader religiosi e civili, la comunità internazionale appare finora incapace di agire efficacemente. Influisce certo il fatto che la Siria si trovi proprio in unarea particolarmente delicata per gli equilibri politici internazionali. Il piano di Kofi Annan non ha trovato spazio, e lipotesi di un intervento internazionale armato è immensamente preoccupante. Fino a quando dunque la dinamica della violenza continuerà a crescere e la gente a morire e a fuggire dalle sue case? Per i credenti è tempo di compassione, di preghiera, di soccorso ai sofferenti per quanto possibile, di invito e di sostegno alle iniziative di dialogo ad ogni livello, barlumi di speranza. Non dimentichiamo né abbandoniamo la Siria.