Damasco (AsiaNews/Agenzie) I ministri degli Esteri della Lega araba si riuniscono oggi al Cairo per decidere quali sanzioni prendere nei confronti della Siria responsabile di non aver adempiuto alle misure stabilite dal piano della Lega stessa, che comportava anche il ritiro dei militari dalle aree civili. E deplorevole che le autorità siriane non abbiano adempiuto a questo piano, disegnato in un quadro arabo per evitare interventi esterni ha dichiarato Ahmed bin Heli, il N.2 della Lega araba. Il 19 novembre Damasco aveva dichiarato di voler chiedere spiegazioni e modifiche alla Lega araba su alcuni punti del piano, fra cui il numero di osservatori (500) che saranno inviati per monitorare la situazione.
Nel frattempo si moltiplicano voci e iniziative. Ieri la Francia, per bocca del suo ministro degli Esteri, Alain Juppé, ha dichiarato che il Consiglio nazionale siriano (Cns) organizzato dallopposizione è linterlocutore legittimo con cui vogliamo lavoare. Lavoriamo con la Lega araba e linsieme dei nostri alleati a un riconoscimento (del Cns, ndr), ha dichiarato il ministro durante una conferenza stampa con il presidente del Cns, Burhan Ghalioun (nella foto con Juppé).
Allo stesso tempo ha lanciato lidea di corridoi umanitari, precisando che si tratta di un’ipotesi legata all’autorizzazione del regime di Damasco o a un mandato internazionale. Il ministro degli Esteri francese, Alain Juppé, ha descritto i due scenari che renderebbero praticabile la proposta: “Il primo è che la comunità internazionale, l’Onu, la Lega Araba ottengano l’autorizzazione dal regime per la creazione di corridoi umanitari”. Se questo non succede, ha continuato il capo del Quai d’Orsay “dovremmo considerare altre soluzioni. E comunque nessun intervento umanitario “è possibile senza un mandato internazionale” ha precisato.
Mentre nel Paese continuano gli scontri, il Cns ha chiesto al Free syrian army, cioè ai gruppi armati, formati principalmente da disertori, di limitarsi ad azioni difensive e di non attaccare posizioni e basi dellesercito regolare. In un clima di grande instabilità, si moltiplicano voci e informazioni. Secondo fonti israeliane, la Turchia starebbe per creare una zona cuscinetto sui confini tale da permettere allopposizione armata di organizzarsi, anche perché Damasco avrebbe perso il controllo della zona di Idlib, nel nord del Paese. Mentre fonti europee a Washington suggeriscono lesistenza di un piano per una no-fly zone gestita da turchi e arabi, con il coordinamento strategico degli Stati uniti.
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