Luoghi di culto devastati nella Siria settentrionale
Terrasanta.net | 29 gennaio 2013
(Milano/e.p.) Vari luoghi sacri nella Siria settentrionale sono stati deliberatamente attaccati e distrutti da gruppi armati dellopposizione, secondo quanto riferisce lorganizzazione umanitaria Human Rights Watch (Hrw). Un suo rapporto pubblicato il 23 gennaio rileva che le milizie ribelli sembrano aver volutamente distrutto luoghi di culto in varie aree della Siria settentrionale nel novembre e dicembre 2012. In particolare, il testo riferisce che sono state saccheggiate due chiese cristiane nel governatorato di Latakia e che è stato distrutto un luogo di culto sciita nel governatorato di Idlib.
Human Ritghts Watch ritiene che gli assalti siano avvenuti dopo che quelle aree sono passate sotto il controllo dei ribelli in seguito al ritiro delle forze governative.
«Benché alcuni dei loro leader si siano impegnati a proteggere tutti i siriani, allatto pratico le opposizioni non sono state in grado di contrastare gli assalti ingiustificati ai luoghi di culto delle minoranze» sostiene lorganizzazione umanitaria basata negli Stati Uniti.
Lorganizzazione per i diritti umani ha sollecitato i gruppi armati dellopposizione a proteggere tutti i luoghi religiosi nelle aree sotto il loro controllo e a punire i responsabili di crimini quali i saccheggi e i rapimenti.
«La distruzione degli edifici religiosi non fa che approfondire i timori di settarismo e aggravare le tragedie del Paese, che già hanno stroncato la vita di decine di migliaia di persone», osserva Sarah Leah Whitson, direttore della sezione per il Medio Oriente di Hrw. «La Siria perderà la sua ricca varietà culturale e religiosa se i gruppi armati non rispetteranno i luoghi di culto. I capi degli opposti schieramenti dovrebbero lanciare un messaggio chiaro che dica che i responsabili degli attacchi dovranno renderne conto».
Per il diritto internazionale umanitario le parti coinvolte in un conflitto armato hanno lobbligo di non attaccare intenzionalmente gli edifici religiosi che non siano impiegati per scopi militari. Prenderli di mira equivale a commettere un crimine di guerra.
In vista del suo rapporto, Hrw ha condotto unindagine sul terreno durata quattro giorni nei governatorati di Latakia e Idlib, ora sotto il controllo degli insorti antigovernativi. In tre villaggi – Zarzour, Ghasaniyeh e Jdeideh lorganizzazione ha trovato le prove che gli assalti sono avvenuti dopo che le forze armate regolari avevano lasciato larea.
Per quanto riguarda gli attacchi ai musulmani sciiti, il personale di Hrw ha accertato quelli che hanno tutte le caratteristiche di un danneggiamento deliberato alla husseiniya (santuario tipico dellIslam sciita dedicato al martire Hussein, genero di Maometto ndr) del villaggio di Zarzour. Lepisodio sarebbe avvenuto l11 dicembre scorso.
Un abitante della cittadina di Jedeideh ha invece riferito a Hrw che la popolazione locale ha buone relazioni con molti dei combattenti insorti e che i gruppi armati negano ogni responsabilità sullassalto a una chiesa. «Se è vero che lincursione in quelledificio può essere stata motivata più dallintento di fare razzia che da motivazioni religiose, resta il fatto che gli insorti hanno la responsabilità di proteggere i luoghi religiosi dai furti o dai danneggiamenti volontari nelle zone sotto il loro controllo», osserva Hrw.
Non soltanto le loro proprietà, ma anche i cristiani stessi sono stati vittime di vari attacchi. Nellottobre scorso, ad esempio, lAgenzia Fides riportava la notizia di padre Fady Haddad, parroco della parrocchia ortodossa di SantElias a Qatana, presso Damasco, ucciso mentre cercava di negoziare la liberazione di uno dei suoi parrocchiani sequestrato da un gruppo armato.
Le fazioni ribelli hanno ripetutamente rapito dei cristiani pretendendo dalle famiglie, incapaci di far fronte a simili richieste, riscatti esorbitanti. Non è tutto: lorganismo Christian Aid Mission riferiva in ottobre il caso del reverendo Sami, un pastore ucciso con la moglie e i tre figli da un gruppo di musulmani fanatici. Anche alcuni attentati con autobombe avrebbero avuto come obiettivo quello di terrorizzare i cristiani, inducendoli ad abbandonare le aree in cui vivono.
In Siria pure il patrimonio archeologico, artistico e architettonico ha subito le conseguenze dellondata di violenza: le devastazioni, i furti e il saccheggio sistematico sono fenomeni in crescita.
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