
La mancanza di acqua provoca problemi anche di natura igienico-sanitaria. Come state fronteggiando questa emergenza?
Le cure mediche e le medicine vengono garantite in qualche modo dalla grande generosità di medici e infermieri degli ospedali pubblici e privati e grazie anche al grande sostegno della Croce Rossa internazionale e della Mezzaluna Rossa. Ma cè unaltra grande emergenza ed è quella che riguarda i bambini.
Che genere di emergenza?
Ogni giorno sentiamo i colpi di mortaio, le bombe e gli scontri a fuoco nei quartieri della città. Ogni giorno contiamo i morti sulla strada con brandelli di corpi sparsi un po ovunque e sotto gli occhi di tutti, soprattutto bambini. Questi vedono gente morire in ogni momento. Stiamo pensando con Caritas Siria e altri organismi umanitari di organizzare dei team di aiuto psicologico per i più piccoli.
Come vivono, invece, i cristiani rimasti in città?
Risentono della grave situazione come il resto della popolazione. A livello pastorale cerchiamo di continuare le attività, Messe, catechesi e incontri, con quei pochi che vengono. Molti, infatti, scelgono di restare in casa per paura di essere colpiti o attaccati.
Che notizie vi giungono dallIraq? Cosa pensa della nascita del Califfato dellIsil?
Siamo molto preoccupati per quanto sta avvenendo in Iraq dove, secondo alcuni osservatori, è in atto un complotto ordito da qualche potenza forse internazionale e regionale. LIsil ha occupato un vasto territorio che va dalle porte di Aleppo fino in Iraq, e con diversi giacimenti di petrolio pronto ad essere venduto a tanti Paesi stranieri. Acquistare petrolio significa finanziare la guerra, sostenere il terrorismo e non combatterlo. Questa è lipocrisia delle grandi potenze internazionali che non vedono ciò che davvero sta accadendo in questa area e così facendo si rendono complici di tutta questa violenza. Appoggiano dei terroristi che non hanno timore ad affermare che la loro bevanda preferita è il sangue. Le crocifissioni, le uccisioni che sono state mostrate non sono nulla rispetto a ciò che accade.
Esiste una via di uscita da questa guerra che sia realmente percorribile?
La soluzione non è finanziare o armare i contendenti. Le potenze internazionali riconoscano con coraggio di aver sbagliato nel fornire loro armi e si adoperino per metterli tutti intorno ad un tavolo per trovare una soluzione negoziale. Abbiano il coraggio della pace.
il testo completo si trova su:
http://www.agensir.it/sir/documenti/2014/07/00290356_la_gente_di_aleppo_prigioniera_di_una_gue.html