SIRIA/LIBANO – (12 Settembre)

Assad, forse un’intesa con la Lega Araba. Beshara Rai applaudito da Damasco di JPG

Due giorni fa Nabil Al-Arabi si è incontrato con il presidente siriano. Oggi e domani al Cairo si discute l’accordo per la fine della crisi siriana. Lanciate le riforme politiche, ma intanto continuano repressione e divieti. Il patriarca maronita chiede al mondo di avere pazienza con Assad e provoca un putiferio nell’opinione pubblica libanese.

Damasco (AsiaNews) – La Lega araba e il presidente Bashar al Assad sembrano essere giunti ad un’intesa per come affrontare e disinnescare la crisi siriana. È possibile che alcune delle piste tracciate emergano nell’incontro della Lega araba in svolgimento al Cairo da ieri. Intanto il patriarca libanese Beshara Rai riceve applausi per i suoi interventi favorevoli ad Assad, ma divide i cristiani in Libano.

L’incontro tra il presidente siriano ed il dott. Nabil Al-Arabi, segretario generale della Lega Araba è avvenuto il 10 settembre scorso. Esso era previsto per il 7 settembre, ma era stato posposto su richiesta di Assad.

Nel pomeriggio, tornato al Cairo, Al-Arabi ha dichiarato che aveva “raggiunto un’intesa con il presidente al-Assad per contribuire alla cessazione della violenza in Siria”, e che avrebbe presentato gli accordi raggiunti, quest’oggi al consiglio della Lega. “Ho insistito – ha aggiunto – sull’importanza di un dialogo nazionale aperto, con la partecipazione di tutti sulla base della riconciliazione nazionale, per la quale la Lega Araba ha un ruolo importante. Ho pure detto al presidente al-Assad che il punto il più urgente è la necessità di realizzare riforme la cui necessità è emersa nell’attuale crisi della Siria”.

L’agenzia statale di stampa Sana, da parte sua, ha sottolineato che Al-Arabi aveva “affermato il rifiuto dalla Lega per ogni ingerenza straniera negli affari interni della Siria”; la preoccupazione e l’interesse di tutti i Paesi arabi per “la sicurezza e la stabilità della Siria”; la volontà della Lega di “aiutare la Siria a superare l’attuale crisi”, assicurando che la Lega “non sarà mai uno strumento per adottare una qualunque decisione contro qualsiasi Paese arabo”. La Sana aggiungeva che “il presidente al-Assad ed il dott. Al-Arabi si sono messi d’accordo per diversi passi pratici destinati ad accelerare il processo di riforma in Siria”.

“Il presidente al-Assad – segnala d’altra parte la Sana – ha sottolineato in quest’occasione la necessità di non lasciarsi ingannare dalle campagne di disinformazione e di provocazione mediatica contro la Siria, con falsificazioni destinate a deformare l’immagine della Siria ed a minacciare la sua sicurezza e stabilità”.

Finora né la Lega Araba, né il governo siriano hanno fornito indicazioni precise sul contenuto dell’intesa raggiunta. Il contenuto viene esaminato nella sessione ordinaria della Lega, in corso al Cairo da ieri, e che continuerà a livello dei ministri degli Esteri fino a domani.

Intanto la repressione in tutto il Paese continua, segno che la “cessione immediata” della violenza richiesta dalla Lega non è stata presa in considerazione dalle autorità siriane. A tale proposito, da ieri, il ministero degli Interni ha rimesso in vigore il divieto – accantonato qualche anno fa – di circolazione dei motocicli nelle città, “perché servono ai terroristi”, e ha ordinato l’arresto immediato di eventuali motociclisti urbani.

Ieri, a Damasco ed in diversi governatorati, è iniziato il “dialogo nazionale” sulle riforme politiche, economiche e sociali. Secondo la Sana, vi partecipano diverse organizzazioni popolari, commerciali ed accademiche, ma non vi è la presenza dell’opposizione. L’inizio di questo “dialogo nazionale”, organizzato e controllato dal partito Baas, era previsto per questi giorni, già prima della visita di Nabil Al-Arabi.

Pure ieri in serata, il presidente del consiglio dei ministri, dott. Adel Safar, ha pubblicato le norme d’applicazione della recente legge, promulgata dal presidente Al-Assad, sui partiti politici. Tale legge sarebbe destinata a “rivitalizzare la vita politica, ad applicare metodi pacifici e democratici nella realizzazione dei programmi pubblici e ad assicurare il rispetto della costituzione del Paese e dei diritti umani”.

I futuri partiti dovranno “preservare l’unità nazionale”, far conoscere pubblicamente i loro programmi politici e le loro fonti di finanziamento; non dovranno essere basati su criteri religiosi, etnici [dunque non potranno esserci partiti curdi, armeni, ecc.] o professionali; non dovranno avere un’attività – pubblica o meno – di tipo militare o paramilitare; non dovranno essere affiliati ad altri partiti non siriani.

Intanto, per quel che riguarda la dimensione interaraba della crisi siriana, ieri sera il telegiornale di Damasco ha dedicato un lungo ed eccezionale omaggio al capo della Chiesa maronita, il patriarca Beshara Butros Rai, tornato ieri a Beirut dalla Francia, dove ha fatto delle dichiarazioni in cui chiedeva pazienza a favore del presidente siriano, per lasciargli il tempo di realizzare le riforme promesse. Queste dichiarazioni hanno provocato un vero putiferio di reazioni nell’opinione libanese: a favore, nel campo pro-siriano “dell’8 marzo” (tra le quali milita il generale Michel Aoun, antico nemico della Siria, oggi alleato degli Hezbollah); contrarie nel campo “del 14 marzo”, nel quale si trova la maggioranza dei cristiani libanesi.


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