STRISCIA DI GAZA – ( 21 Novembre )

STRISCIA DI GAZA
 
Il vero rifugio

La sofferenza della gente, mentre l’attentato a Tel Aviv accresce la tensione

Nessun accordo per il cessate-il-fuoco tra Israele e Hamas che controlla la Striscia di Gaza. Inizialmente previsto per la mezzanotte di martedì 20 novembre, l’atteso annuncio di una tregua è stato rinviato anche se le parti stanno ancora negoziando. Intanto sulla Striscia continuano i bombardamenti israeliani che si sono protratti fino alle 2 di questa mattina. Oggi il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, incontra il premier israeliano con l’obiettivo di trovare “una soluzione duratura”. In mattinata, però, c’è stato un attacco terroristico, così lo ha definito la polizia, a un bus a Tel Aviv. Decine di feriti, di cui tre gravi, il bilancio. Il primo attentato nella capitale dal 2006. Da Gaza a fare il punto della situazione è il parroco della piccola comunità cattolica, 200 anime, padre Jorge Hernández, religioso dell’Istituto del Verbo Incarnato. La sua testimonianza, che fa seguito alle altre dei giorni precedenti, risale a questa mattina ed è stata diffusa dal Patriarcato Latino di Gerusalemme.

“Ieri si è parlato molto di una tregua in occasione delle trattative e degli incontri tra diverse personalità. È stato anche annunciato un cessate-il-fuoco a partire dalle 21 di ieri. Tuttavia i bombardamenti si sono protratti lungo tutta la notte fino alle 2 del mattino. Si udivano i forti sibili dei missili degli aerei F16 e, se non sbaglio, si sentivano anche degli elicotteri Apache. Dopo un lasso di tempo le cariche sono continuate all’alba a partire dalle 4.30. Ieri, in serata, gli aerei della flotta d’Israele hanno lanciato volantini nei quali si ordinava alla popolazione delle località alla frontiera con Gaza, come Shujaia, Shaikh Ajlin, Bet Lahia, Bet Hanun e Tel Alhawa, l’evacuazione immediata delle loro case. Il messaggio, scritto in arabo, accompagnato da uno schizzo della regione, diceva anche: ‘Per la vostra sicurezza vi invitiamo ad evacuare immediatamente le vostre case e a dirigervi verso il centro della città’.

Il punto è ‘dove’ rifugiarsi. La gente ha incominciato a mobilizzarsi ‘in qualsiasi direzione lontana da questo luogo’ come affermavano le persone coinvolte. Si sono viste passare con coperte nelle mani, qualche borsa, qualcosa da mangiare, con i loro bambini aggrappati al petto, fuggendo disperati perché sapevano ciò che li aspetta. Il punto è ‘dove’ rifugiarsi. La gente non sa dove andare. Non c’è un luogo destinato al rifugio della popolazione civile. E nemmeno esiste un ‘rifugio ideale’. Normalmente le famiglie si riuniscono in un solo luogo della casa o dell’edificio (al pianterreno) e stanno lì al buio, aspettando che passi la carica dei missili per poter continuare a respirare e ringraziare per il fatto di continuare a vivere con un ‘Benedetto sia Dio!’. Si fanno coraggio, si abbracciano tra loro e questo è ciò che considerano un ‘vero rifugio’: il fatto di stare insieme.

Durante i bombardamenti i genitori dei bambini dicono loro che si tratta di una porta che si è chiusa, di qualcosa che è caduto. Coprono loro le orecchie perché non sentano, il rumore di un’esplosione è così terribile che può causare seri danni a una persona. L’alterazione di un rumore tra gli 80 e 90 decibel causa la dilatazione delle pupille, l’accelerazione della respirazione e del battito, l’aumento della pressione arteriosa e la mancanza di coordinazione, enorme fatica e problemi di insonnia. Consideriamo cosa può causare l’esplosione di un missile, la cui alterazione sonora viene stimata intorno ai 190 e 200 decibel. Pensiamo ora alle ripercussioni che ciò può avere su una persona, e ancora più su un bambino. Quanto più se è prolungato. Veramente terribile. Questo è ciò che si sta vivendo oggi. Che Dio ci liberi da questa tragedia. Nel giorno della Presentazione della Vergine Santissima e nell’attesa della pace ci affidiamo alle vostre preghiere”.

 
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