SUDAN – (21 Ottobre)

SUD SUDAN: NASCE "VOICE OF HOPE", UNA RADIO DI SPERANZA PER LA DIOCESI DI WAU

Sarà inaugurata ufficialmente, domenica 23 ottobre, Radio Voice of Hope (Voce di speranza), emittente della diocesi di Wau in Sud Sudan. Si tratta dell’ultima stazione nata all’interno del Scrn (Sudan catholic radio network), realtà nata nel 2006 – grazie alla collaborazione tra missionari comboniani e Conferenza episcopale sudanese – che raggruppa, ad oggi, otto stazioni radio. A benedire la struttura sarà mons. Rudolf Deng Majak, vescovo di Wau e presidente della Conferenza episcopale sudanese riunita in città per l’assemblea plenaria fino al 29 ottobre. “Da circa una settimana siamo effettivamente ‘on air’, ma stiamo ancora testando le apparecchiature e, soprattutto, cercando di capire l’effettiva portata della torre di trasmissione. Per il momento trasmettiamo una sola ora al giorno, dalle sei alle sette di sera, realizzando due bollettini informativi in inglese e arabo (le due lingue franche della zona, ndr)”, spiega al SIR il direttore di Voice of Hope, Enrica Valentini, volontaria della Caritas di Como da due anni a Wau. Secondo le previsioni il segnale coprirà i villaggi nel raggio di circa 90 km dalla sede, raggiungendo tra le 500mila e le 800mila persone, su un totale di circa 1,5 milioni di fedeli della diocesi che si estende su una superficie grande quasi quanto l’intero nord Italia. (segue)

10:40 – SUD SUDAN: NASCE “VOICE OF HOPE”, UNA RADIO DI SPERANZA PER LA DIOCESI DI WAU (2)

Alla radio lavoreranno sei giovani sud sudanesi, due produttori a tempo pieno, e quattro redattori part-time: “Accanto alla sede – spiega Valentini – formeremo alcuni giovani collaboratori nei villaggi più importanti che lavoreranno fornendoci le notizie dal territorio”. L’obiettivo è quello di essere una risorsa non solo in ambito pastorale, ma anche per l’informazione, l’educazione civica e la sensibilizzazione alla pace e alla riconciliazione. “La radio – continua Valentini – rappresenta l’unico mezzo di comunicazione in queste zone, dove i giornali e la televisione non arrivano. Stiamo già lavorando alla realizzazione di programmi sanitari, corsi di inglese e di alfabetizzazione”. C’è però un’incognita che potrebbe rallentare il cammino della radio nei prossimi mesi: il costo del gasolio necessario a far funzionare la torre trasmittente. “Se per la sede degli uffici riusciamo a sfruttare l’energia solare – conclude la volontaria – questo non è possibile per la trasmittente perché richiede troppa energia, per questo dobbiamo ricorrere al generatore a gasolio, ma l’aumento dei prezzi rende tutto più difficile. Prima dell’indipendenza un litro di gasolio costava 2,5 pound sudanesi al litro, oggi, a causa del blocco dei traffici provenienti da Khartoum e dal nord (conseguente all’indipendenza), il costo è arrivato a 12 pound. Una situazione insostenibile”.
 

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