
Per essere moderna ed efficace, la nuova evangelizzazione deve ripartire da Gerusalemme, dalla Terra Santa, memoria collettiva vivente della storia di Gesù: si è parlato anche di questo nei lavori odierni del Sinodo, durante la nona Congregazione generale per la continuazione degli interventi in aula dei Padri sinodali. A sottolineare limportanza dei pellegrinaggi in Terra Santa come occasione per rafforzare la fede è stato mons. Fouad Twal, patriarca di Gerusalemme dei Latini e presidente della Conferenza dei vescovi latini nelle Regioni arabiche.
Ravvivare la fede. Il pellegrinaggio ai Luoghi Santi, e alle pietre vive è un mezzo eccellente per ravvivare la nostra fede e quella del pellegrino, conoscendo meglio il quadro culturale, storico e geografico dove sono nati i misteri in cui crediamo, occasione di incontro personale e incarnato con la persona di Gesù, ha affermato mons. Twal. I cristiani di Terra Santa ha aggiunto – sono i discendenti diretti della primissima comunità cristiana, è la memoria collettiva vivente della storia di Gesù. Per il patriarca, la visita ai luoghi santi, dovutamente preparata e guidata dalla lettura della Parola di Dio, e lincontro con la comunità possono fortificare i credenti di poca fede e far rinascere la fede in chi era morta. Soprattutto in questo tempo in cui i Luoghi Santi vengono talvolta offesi e aggrediti, la presenza dei pellegrini è una vera testimonianza di fede e di comunione con la nostra Chiesa del Calvario. Abbiamo bisogno di voi, delle vostre preghiere e della vostra solidarietà! Là dove gli apostoli hanno gridato a Gesù accresci lo nostra fede, venite anche voi, carissimi confratelli vescovi con i vostri sacerdoti, seminaristi e comunità, a chiedere al Signore la fede e la pace che ci manca, è stato lappello di mons. Twal.
Sfondare e comunicare. Ritengo urgente la necessità che la nostra fede sia uno stile di vita che avvicina agli altri ha aggiunto il patriarca latino di Gerusalemme -. Dobbiamo cambiare una certa mentalità negativa, che vede nella fede unappartenenza a una fazione sociologica che spinge alla militanza e alla violenza. La vera fede aiuta a sentirci più figli di Dio e dunque più fratelli verso gli altri, anche a costo della croce e del sangue. Perciò, la nuova evangelizzazione per essere moderna ed efficace deve ripartire da Gerusalemme: ripartire dalla prima comunità cristiana ancorata sulla persona di Cristo, avendo una causa per la quale era disposta ad affrontare ogni sacrificio e il dono della vita stessa. Le nostre comunità ha concluso mons. Twal – sono minoritarie in mezzo a credenti diversi. Le circostanze le hanno spinte a chiudersi, preoccupate di difendersi, sensibili ai propri diritti, attente ai loro luoghi e al loro rito. Comunità introverse e paurose. Per molti la fede è un fatto ereditario e sociale, quando invece dovrebbe essere più personale e impegnativa. Non si tratta di sopravvivere ma di sfondare e comunicare.
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