TERRA SANTA – ( 22 Ottobre )

15:12TERRA SANTA: TWAL (PATRIARCA), “TESTIMONIARE LA FEDE ANCHE NELLA PRIMAVERA ARABA”

Davanti al crescente “fanatismo religioso, sia musulmano che israeliano” i cristiani del Medio Oriente sono chiamati “a rafforzare la loro fede per riuscire a viverla e testimoniarla” al meglio. Per tale motivo “hanno bisogno anche del sostegno e della solidarietà dei fedeli” della Chiesa universale. “Essi non vanno lasciati soli in queste sfide che devono affrontare”. Nella concattedrale di Sansepolcro (Arezzo), dove nella serata di ieri, ha celebrato il millenario della città fondata dai pellegrini che tornavano dalla Terra Santa, il patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, ha posto all’attenzione di tutti le difficoltà di vita dei cristiani mediorientali. “Da circa tre anni – ha affermato Twal – la regione è preda di tumulti e violenze. I nostri cristiani hanno paura del passato, del presente e del futuro che, oggi più che mai, appare nebuloso e difficile. La loro prima tentazione è quella di emigrare. I cristiani lasciano il loro posto a chi rimane, ovvero israeliani e musulmani”. “Si parla di ‘primavera araba’, un termine coniato dai giornalisti e non dai suoi protagonisti – ha rimarcato il patriarca – ma di primavera c’è poco, c’è invece molto caos che adesso è arrivato fino in Siria. Un paese governato da un regime che ha bisogno di riforme e che invece si vuole rovesciare senza sapere chi prenderà il suo posto”. (segue)

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“In Siria ci sono mercenari di tutto il mondo giunti per abbattere Assad. Siamo preoccupati per chi verrà dopo e non siamo disposti a creare in Siria un altro Iraq” ha detto con fermezza il patriarca denunciando “la manipolazione mediatica chiara e netta” su ciò che vi accade. Nonostante tutto “siamo chiamati a testimoniare la nostra fede anche nella primavera araba, ma serve coraggio. Gli eventi in atto fanno paura ai cristiani che tendono a rintanarsi nelle loro comunità, a chiudere le porte invece che aprirle”. Un aiuto all’evangelizzazione, per Twal, “può arrivare dalla formazione di giovani uomini e donne, i futuri quadri, che possono costruire una nuova società aperta alla coesistenza”. L’impegno della Chiesa nell’istruzione “è fondamentale. Nella nostra università cattolica di Madaba abbiamo oltre 700 giovani che vengono da diversi Paesi arabi, da Israele e Palestina. Aiutateci a sostenerli” è stato l’appello del Patriarca che ha ricevuto dall’arcidiocesi di Arezzo 25 mila euro per 5 borse di studio. “In questo Anno della Fede – ha concluso – riscopriamo la nostra fede; non siamo solo la Chiesa del Calvario ma anche quella della Resurrezione. Venite pellegrini in Terra Santa e aiutateci ad abbattere i muri che la dividono”.
 
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