TUNISIA – ( 7 Gennaio )

TRA LE PROTESTE AVANTI COL VOTO SULLA COSTITUZIONE

Economia e politica Primo Piano

Con 159 voti favorevoli su 169, l’Assemblea nazionale costituente (Anc) ha riconosciuto per la prima volta nella storia la piena uguaglianza dei cittadini e delle cittadine “davanti alla legge senza alcuna discriminazione” e con “gli stessi diritti e doveri”. L’articolo 20 del progetto di nuova legge fondamentale è stato approvato dalla stragrande maggioranza dei deputati dell’Anc riuniti in plenaria da venerdì scorso per l’esame e la votazione del testo della futura Costituzione, con più di un anno di ritardo rispetto ai tempi inizialmente previsti. Sulla carta i parlamentari sono chiamati a pronunciarsi in via definitiva ed entro dieci giorni su 139 articoli e 300 emendamenti che, per essere adottati senza la necessità di convocare un referendum devono ottenere la maggioranza dei due terzi dei partecipanti, in tutti 217.

Nei giorni scorsi il parlamento ha già approvato alcuni articoli importanti, a cominciare dal numero uno che stabilisce che la Tunisia è “uno Stato libero, indipendente e sovrano. L’islam è la sua religione, l’arabo è la sua lingua e la Repubblica è il suo regime”. Finora i deputati hanno esaminato e votato il preambolo del testo e una ventina di articoli. Sono stati respinti due emendamenti che proponevano l’islam, il Corano e la Sunna come “fonti principali della legislazione”. A questo punto il prossimo capitolo in esame riguarda “diritti e libertà” nella Tunisia post Ben Ali, il longevo presidente destituito il 14 gennaio 2011 da una rivolta popolare.

Nonostante la posizione consensuale raggiunta dopo mesi di serrati negoziati tra le principali forze politiche – in particolare il partito maggioritario di Ennahda (islamico moderato) e i suoi alleati da una parte e l’ampio fronte di opposizione laica dall’altra – le sedute di votazione della Costituzione sono state interrotte sia sabato che venerdì. Il presidente dell’Anc Mustapha Ben Jaafar ha ordinato la sospensione dei lavori a causa di dispute e proteste sulle regole degli interventi dei deputati. Domenica la seduta è stata invece ostacolata da una polemica sorta dopo che un deputato della coalizione di sinistra ‘Fronte popolare’, Mongi Rahoui, ha denunciato di aver ricevuto “minacce di morte” da parte del collega Habib Ellouze, esponente dell’ala più dura di Ennahda.

L’adozione della Costituzione, in corso secondo la stampa tunisina in un clima “caotico”, fa temere per il rispetto della scadenza del 14 gennaio, stabilita come termine ultimo per il varo della nuova legge fondamentale e per la creazione di una commissione elettorale. Questa data dal valore simbolico – il terzo anniversario della caduta di Ben Ali – è stata decisa da Ennhada e dall’opposizione nell’accordo firmato  il mese scorso per far uscire il paese del Nord Africa da una lunga crisi politica, istituzionale ma anche socio-economica.

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