Il card. Sarah “un padre” per i profughi siriani musulmani e cristiani
Il presidente del Pontificio consiglio Cor Unum ha visitato ieri i campi profughi della valle della Bekaa. P. Simon Faddoul presidente di Caritas Libano racconta AsiaNews la commozione dei rifugiati, in maggioranza musulmani. Una madre con un figlio di quattro mesi ha chiesto al cardinale di adottare il bambino per salvarlo da questa situazione terribile. Nelle tendopoli mancano acqua, elettricità cibo. L’appello agli occidentali ad aprire “occhi, orecchie e cuori alla sofferenza dei fratelli siriani”.
Beirut (AsiaNews) – “Non solo aiuti materiali, ma compassione e amore per la popolazione siriana, oltre alla vicinanza di tutta la Chiesa cattolica e la preghiera quotidiana del Pontefice”. È questo il messaggio espresso dal card. Robert Sarah, presidente del Pontificio consiglio Cor Unum in missione in Libano per conto di Benedetto XVI, a tutti i profughi siriani. Ieri il porporato ha visitato i campi della valle della Bekaa (Libano orientale), dove sono concentrati centinaia di migliaia di sfollati provenienti dalla Siria.
Il viaggio del card. Sarah sostituisce la visita in Siria di rappresentati della Santa Sede annunciata al Sinodo per la nuova evangelizzazione e annullata a causa delle condizioni troppo rischiose sul campo.
P. Simon Faddoul, presidente di Caritas Libano e organizzatore della visita del prelato, racconta la straordinaria accoglienza ricevuta dal card. Sarah: “Al suo arrivo in uno dei campi della valle della Bekaa, egli è stato acclamato come un padre. Una folla di persone commossa si è raccolta intorno alla nostra delegazione. La quasi totalità erano musulmani, che hanno ringraziato il Vaticano, il Papa e tutta la Chiesa per il loro lavoro disinteressato. Una madre con un figlio di quattro mesi ha chiesto esplicitamente al cardinale di adottare il bambino per salvarlo da questa situazione terribile”. Il sacerdote aggiunge che centinaia di persone, bambini, donne, anziani hanno lanciato un appello al Papa chiedendo di fare tutto quello che è in suo potere per influenzare le alte sfere politiche e far cessare la guerra fra esercito siriano e ribelli.
Il sacerdote spiega che la situazione nei campi profughi con centinaia di migliaia di rifugiati è terribile. Il governo non ha ancora regolarizzato gli spazi e la gente costruisce la sua tenda o la sua baracca con quello che trova in giro. “La situazione – continua – è terribile: fogne a cielo aperto, acqua non potabile, cumuli di spazzatura. Nessuno ha accesso a luce e acqua; solo la Caritas ha installato dove possibile dei pannelli a energia solare”. “A tutt’oggi – aggiunge p. Faddoul – la Caritas è l’unica organizzazione attiva in tutti i campi profughi della valle della Bekaa, che in questi mesi ha raccolto la maggior parte dei siriani. Speriamo di avere i fondi per continuare il nostro lavoro”.
Il presidente della Caritas dichiara che il Papa ha affidato al card. Sarah due messaggi: il primo è la compassione e l’amore per tutta la popolazione colpita e le sue preghiere. “Questo amore – spiega – è stato subito tradotto in modo concreto con l’invio di aiuti umanitari e denaro da parte di molte organizzazioni cattoliche straniere. Lo stesso Benedetto XVI ha contribuito personalmente con la cifra di un milione di dollari”. Oltre all’impegno spirituale e materiale il pontefice ha comunicato al popolo siriano i suoi tentativi per influenzare con continui appelli l’arena politica che si è generata intorno alla situazione siriana e che vede interessi contrapposti di varie nazioni. “Come sottolineato dal cardinale – continua p. Faddoul – il papa vuole portare l’attenzione sulle sofferenze della popolazione siriana, che purtroppo hanno lasciato il posto ad altri interessi”.
Secondo p. Faddoul la popolazione dei Paesi occidentali è distratta poiché segue la situazione solo attraverso i media, e non sanno cosa accade in questa terra. Come sottolineato più volte dal Papa e dal cardinale durante questa visita, essi devono condividere il dolore di queste persone. A nome della Caritas Libano il sacerdote lancia un appello a tutti i lettori di AsiaNews: “Aprite i vostri occhi, le vostre orecchie e il vostro cuore alla sofferenza dei vostri fratelli siriani”.
La visita del card. Sarah terminerà il 10 novembre. Oggi, egli incontrerà i rappresentanti di circa 20 agenzie caritative cattoliche operanti in Libano, Siria, Giordania, Turchia e Iraq. La riunione no-stop, dalle 9 alle 17, consentirà di coordinare l’impegno umanitario della Chiesa cattolica nella regione, valutando anche i progetti da finanziare con la donazione di Benedetto XVI. (S.C.)
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