SIRIA – ( 17 Giugno )

I cristiani tornano ad al-Qusayr
 
 

 

“Ora pro Siria”, il sito web che segue con particolare attenzione gli sviluppi interreligiosi del conflitto siriano, ha rilanciato la notizia secondo cui i cristiani di al-Qusayr sono tornati nella città semidistrutta. Al-Qusayr era la roccaforte dei ribelli jihadisti quasi al confine con il Libano riconquistata dall’Esercito siriano
 
MARCO TOSATTI

“Ora pro Siria”, il sito web che segue con particolare attenzione gli sviluppi interreligiosi del conflitto siriano, ha rilanciato la notizia secondo cui i cristiani di al-Qusayr, sono tornati nella città semidistrutta. Al-Qusayr era la roccaforte dei ribelli jihadisti quasi al confine con il Libano riconquistata dall’Esercito siriano. Circa 3mila cristiani, sfollati da al-Qusayr, vivevano da mesi nei villaggi limitrofi. Le prime famiglie sono giunte in città poco dopo riconquista della città. Secondo “AsiaNews” i cristiani, molti dei quali hanno perso tutto, hanno già iniziato a togliere le macerie dalle stanze, a ricostruire i tetti, e lentamente stanno cercando di riportare alla vita una città che negli ultimi mesi aveva perso oltre il 90% della sua popolazione passando da 30mila abitanti a 500. Situata al confine con il Libano, al-Qusair è stata una delle prime città a organizzare manifestazioni pro-democrazia contro il regime di Assad e in seguito a costituire un comitato cittadino per evitare lo scontro fra fazioni religiose. “Tali comitati – -afferma AsiaNews – hanno salvato diversi villaggi e città, preservandole dall’ondata di estremismo islamico che sta distruggendo in questi mesi Aleppo e altri centri del Paese”. “Ad al-Qusair – spiegano – chiese e moschee sono state costruite l’una accanto all’altra”. Nelle file di Jabhat –al-Nusra, l’organizzazione filo al-Qaeda finaziata da Qatar, Arabia saudita e adesso armata dagli Stati Uniti, militano estermisiti islamici di quindici Paesi diversi. Lo scempio compiuto ad al-Qusayr dalle milizie di al-Nousra ha suscitato l’ira della popolazione. Intervistato da Reuters, Osama Hassan, impiegato statale musulmano afferma: “Per me è stato ‘un grande shock’ vedere profanato il santuario di S. Elia. Noi musulmani consideriamo le chiese un luogo sacro di cui bisogna avere rispetto”. Hassan racconta che i ribelli hanno fatto saltare in aria anche il minareto della vicina moschea. Un residente sunnita afferma che anche il cimitero è esempio di una convivenza durata secoli: “Le tombe di cristiani e musulmani sono situate le une di fronte alle altre. Noi siamo sempre stati uniti”. 

 

Il testo completo si trova su:

http://www.lastampa.it/2013/06/17/blogs/san-pietro-e-dintorni/i-cristiani-tornano-ad-al-qusayr-VSd92TwQhnLO9LlNfsZAHP/pagina.html

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